Il montaggio nella storia del cinema by Federico Vitella

Il montaggio nella storia del cinema by Federico Vitella

autore:Federico Vitella [Vitella, Federico]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2020-03-31T22:00:00+00:00


21. Montaggio rapido a Hollywood. Un piano ravvicinato dalla celebre sequenza dell’omicidio di Marion Crane (Janet Leigh) in Psyco (Psycho, Hitchcock, 1960)

22. Il montaggio anticonvenzionale di Orson Welles.

Il momento cruciale della scena dell’affidamento di Kane al banchiere Thatcher in Quarto potere (Citizen Kane, 1941)

La terza categoria è evidentemente quella dei “ribelli”. Si tratta di registi che approfittano della considerazione speciale ottenuta presso un determinato studio per trasgredire deliberatamente i principi generali di funzionamento del sistema, sia dal punto di vista narrativo e tematico, sia dal punto di vista tecnico e stilistico. Prendiamo Orson Welles, forse il regista più rivoluzionario che l’industria cinematografica classica abbia accolto incautamente in seno. Ottenuto per la sua straordinaria fama di uomo di spettacolo un contratto semplicemente unico presso la RKO, tra il 1940 e il 1941 scrive, dirige e interpreta un film profondamente eversivo, destinato a diventare oggetto di culto per critici, addetti ai lavori e cinefili di ogni dove: Quarto potere (Citizen Kane, 1941)79. Welles racconta la vita del cittadino Kane evocato dal titolo originale, un magnate della stampa dietro il quale si cela il potente proprietario del «New York Journal», William R. Hearst, stravolgendo radicalmente le convenzioni del biopic, un genere in gran voga nella seconda metà degli anni Trenta. Dal punto di vista narrativo, la novità risiede nell’articolata struttura a flashback, che supera per complessità qualsiasi altra infrazione mai perpetrata alla linearità del film classico. Le vicende del protagonista ci sono infatti presentate attraverso le memorie del suo defunto tutore e attraverso i racconti spesso contraddittori delle persone che gli sono state più vicino nel corso della sua esistenza: la seconda moglie Susan, il fido collaboratore Bernstein, l’amico Leland, il maggiordomo Raymond. Dal punto di vista stilistico, il film ha invece fatto storia per l’impiego sistematico del piano-sequenza, una forma di scrittura, fondata sulla continuità di ripresa, agli antipodi del montaggio invisibile. Emblematica al riguardo è la scena dell’affidamento al banchiere Thatcher di Kane bambino [22], ambientata nella scalcinata pensione dei suoi genitori. Lungi dal ricorrere al convenzionale sezionamento analitico dello spazio, Welles racconta l’intero episodio in un’unica inquadratura di circa 45 secondi, calibrando il movimento della macchina da presa e gli spostamenti dei personaggi in modo che la loro disposizione nello spazio renda conto dei reciproci rapporti di forza. Così, al momento decisivo della firma dei documenti, i personaggi sono distribuiti dall’avampiano allo sfondo in funzione della loro autorità nei confronti del giovane Kane che, sempre visibile attraverso la finestra, gioca ignaro a palle di neve in giardino: nell’ordine vediamo la dura quanto previdente signora Kane (Agnes Moorehead), con il contratto in mano, poco più indietro il banchiere Thatcher (George Coulouris), beneficiario dell’atto notarile e, infine, quasi in disparte, lo smidollato ma anche violento e alcolizzato vecchio padre del ragazzo (Harry Shannon).

Come avevano ben compreso i giovani redattori della storica rivista francese di critica cinematografica «Cahiers du cinéma», all’interno dell’industria hollywoodiana è dunque possibile, per un regista scaltro, motivato e di successo, lasciar passare la propria individualità, il proprio punto di vista, la propria sensibilità.



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